di: Ottavio Di Renzo

IL RACCONTO DEI RACCONTI DEL CASTELLO MEDIEVALE

Roccascalegna

C’era una volta… Solo con questo familiare incipit di tutte le favole si può iniziare il racconto del Castello Medievale di Roccascalegna le cui cronache si svolgono e si fondono tra storia e leggenda, tra realtà e sogno che ne hanno creato la sua millenaria magia che si innalza maestoso in cielo sopra una dominante collina rocciosa. Simbolo ed essenza di Roccascalegna nel cui DNA è scritto “ut unum sint” fin dall’anno Mille, al tempo dei Longobardi, quando fu posta la prima pietra angolare della roccaforte. Rimaneggiato e ampliato nel corso del secoli dai vari feudatari e baroni dai Normanni agli Angioini-Aragonesi, dai Carafa agli Annechino che si sono susseguiti fino al 1985 quando, gli ultimi discendenti dei Croce Nanni, donarono la fatiscente turrita fortezza al comune.

 

Il racconto dei racconti del Castello si compone anche di una leggendaria tradizione del tardo periodo medievale quando i baroni esercitavano il diritto dello “Jus primae noctis” che obbligava le donne del paese a passare la prima notte di nozze con loro anziché con il consorte appena sposato. Mal ne incolse però al barone di Roccascalegna, dall’infausto nome Corvo de Corvis, che in un anno del 1600 volendo pretendere il suo “jus primae nocits”, fu assassinato dalla sposa destinata all’amplesso come fece Giuditta con Oloferne secondo il racconto biblico. E mentre il barone disperato combatteva tra la morte e la vita, lasciò su una roccia della torre l’impronta indelebile della sua mano insanguinata e il suo fantasma si aggira ancora tra le sue stanze e le torri di guardia.

 

Leggende a parte, il maestoso Castello Medievale, tra i più rinomati d’Abruzzo con i muri di cinta che si arroccano sullo strapiombo della sperone roccioso e che nel corso dei secoli non ha mai subito alcun attacco guerresco con alabarde o cannoni, dopo un lungo restauro è diventato un centro culturale di Roccascalegna e una suggestiva location per romantici matrimoni, feste private, mostre, convegni e un set privilegiato per  film storici e riprese turistiche televisive italiane e straniere. Infatti, per la sua sognante e fiabesca scenografia vi sono state girate delle scene de “Il nome della rosa” e il “Racconto dei racconti” di Matteo Garrone che hanno fatto il giro del mondo.

 

Le visite private e guidate al Castello comprendono anche l’antistante medievale Chiesa di San Pietro, già cappella privata del barone, risalente al XIII secolo con uno splendido portale romanico, facciata barocca e l’interno a tre navate, mentre la torre campanaria risale al 1805.

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