Gessopalena
Piazzale Marino Turchi n. 2 - Gessopalena
Gessopalena si leva a 654 metri sul livello del mare, sul lato orientale della Maiella: un tempo arroccata sullo sperone roccioso che domina la valle dell’Aventino, ora il paese è disteso sulla dorsale lungo la quale si snoda la via Peligna.
Il suo toponimo deriva dal latino gypsum, per la presenza nel territorio di rocce cristalline da cui si ricava il gesso.
Nel paese vecchio la roccia di gesso è trasformata in vita dalla tenacia dell’uomo, dove gli enormi massi scavati sono diventati case, chiese, botteghe, stalle: teatro di una storia senza tempo, palcoscenico naturale, dove il Mercoledì Santo, in un’atmosfera di struggente pathos, si consuma la Crocifissione del Signore, scena madre della celebre Sacra Rappresentazione della Passione, che nel 2015 ha festeggiato il cinquantenario dalla sua prima edizione.
Salire tra le rocce di gesso per seguire con uno sguardo l’orizzonte tra la Majella e il mare Adriatico è una delle esperienze più riflessive e intense delle TERRE CARRICINE, fin da subito si assapora la vita di un tempo spazzata via dal drammatico bombardamento avvenuto nel dicembre del 1943 che rase al suolo tutti gli edifici.
Tanti sono gli episodi di violenza ma forse il più brutale è l’eccidio di Sant’Agata avvenuto in un casolare dell’omonima contrada all’alba del 21 gennaio 1944 per mano dei tedeschi come rappresaglia contro la popolazione, in quell’occasione vennero trucidate 42 persone innocenti.
Poco distante dal borgo c’è la Morgia, enorme masso roccioso ben visibile da chilometri di distanza situato sulla via di collegamento con Torricella Peligna che è diventata ancora più spettacolare alla fine degli anni ’90 quando si è trasformata in una vera opera d’arte con l’intervento dello scultore Costas Varotsos che ha incastonato una lastra di vetro di 40 metri nello squarcio lasciato sulla roccia durante il conflitto bellico, un gesto umano salvifico che interviene su un atto di disumana violenza.