di: di Ottavio Di Renzo De Laurentis

Le 5 Chiese delle Terre Carricine

Il patrimonio d’arte di chiese e abbazie delle Terre Carricine

Casoli Gessopalena Montenerodomo Roccascalegna Torricella Peligna

Il popolo abruzzese, forse perché legato a una storia di bisogno e povertà, aveva un grande desiderio di darsi a Dio. Molte chiese, bellissime, hanno una ricchezza di arte grazie al contributo della gente che ha voluto lodare Dio con la bellezza degli edifici consacrati”. Queste sono alcune riflessioni dell’arcivescovo di Chieti, Bruno Forte, sulle ragioni storiche che hanno contribuito a creare il ricco e suggestivo patrimonio delle chiese della regione. È il caso di alcuni edifici religiosi che sorgono nell’ambito delle Terre Carricine, il comprensorio situato di fronte alla Maiella, tra i fiumi Sangro e Aventino. Relativamente piccola, questa area geografica anticamente abitata prima dalla tribù sannitica dei Carricini e dai Romani, annovera in uno straordinario parco naturalistico, i comuni di Altino, Casoli, Gessopalena, Montenerodomo, Pennadomo, Roccascalegna e Torricella Peligna. Paesi che hanno un’anima antica e che pur non distanti tra di loro, vantano differenti storie e origini, venerano i propri santi e Madonne.

Roccascalegna

Foto di Laura Di Biase

Roccascalegna: l’Abbazia di San Pancrazio - In questa area ristretta del chietino delle Terre Carricine sorgono antiche abbazie benedettine e cistercensi, specchio di un Abruzzo primitivo. Una di queste antiche abbazie è quella di Roccascalegna dedicata a di San Pancrazio che fu fondata nell’829. Ancora oggi, a distanza di oltre mille anni, avvolta nel silenzio, è un’isola della preghiera racchiusa nel motto “ora et labora”. Restaurata ed ampliata nel corso dei secoli, con un annesso chiostro, l’abbazia ha sempre conservato un alone di mistica religiosità di impronta tardo romanica, come l’ammiriamo ancora oggi con la facciata in pietra viva. La sua semplice magnificenza è sublimata dal solenne originario campanile culminante con due campane i cui rintocchi invitano alla preghiera.

Casoli

Foto di Laura Di Biase

Casoli: Chiesa di Santa Maria Maggiore - A Casoli il Castello, o Palazzo Ducale, con l’annessa chiesa di S. Maria Maggiore, si innalza su un colle dominante ricco di fascino. Costruito nell’XI secolo il possente Castello nel corso dei secoli ha subito varie trasformazioni con aggiunte di spazi difensivi, abitativi e una cappella palatina, primigenia dell’attuale chiesa di S. Maria Maggiore. La cappella fu fatta costruire nel 1455 dai principi Orsini, con dedica a Santa Maria Assunta. Nel XVII secolo fu ampliata con l’aggiunta della navata centrale. Dai restauri in poi del 1868 ha assunto l’attuale denominazione di Santa Maria Maggiore con un aspetto neoclassico anche nella facciata. L’interno è a tre navate, con stucchi e arredi di pregevole fattura e artistici altari.

Gessopalena

Foto di Camillo Talone

Gessopalena: “Santa Maria dei Raccomandati”

E’ antica la devozione degli abitanti di Gessopalena per la Madre di Dio come è antico lo spirito religioso degli abruzzesi. La testimonianza di questa pia tradizione popolare viene dalla chiesa di Santa Maria dei Raccomandati che risale  al XIV secolo, come testimonia il magnifico e pregevole portale laterale con stilemi tardoromanici con fregi di tralci floreali, due leoni rampanti e “l’Agnello mistico” nella lunetta. La facciata in pietra a vista in stile neoclassico è stata ristrutturata nel 1880. L’interno è a tre navate con l’altare maggiore ornato da policromi intarsi marmorei. Ma è al trittico a tempera su tavola del XV secolo della Madonna dei Raccomandati o della Misericordia di Gessopalena con ai lati Santi e fedeli oranti, che si rivolge maggiormente la devozione dei fedeli.

Montenerodomo

Foto di Laura Di Biase

Iuvanum: l’Abbazia di Santa Maria in Palazzo - Nell’armonia del paesaggio di Montenerodomo, le antichità archeologiche che circondano il territorio, unitamente a quelle di Iuvanum, dopo più di duemila anni, dialogano ancora con il circostante florido paesaggio, raccontando storie di guerrieri, di pastori, di cavalieri e di monaci oranti. L’antica memoria di Iuvanum è leggibile e fruibile nel Parco Archeologico con i cui ruderi, nel 1173, fu edificata dai monaci cistercensi, l’Abbazia di Santa Maria in Palazzo, nella cui “beata solitudo, sola beatitudo”, si praticava la vita ascetica. L’Abbazia di Santa Maria in Palazzo, fu attiva fino al 1792.

Torricella Peligna

Foto di Laura Di Biase

Torricella Peligna: la fonte galattofora di Sant’Agata - Il legame tra l’Abruzzo e la “Vergine allattante” è molto stretto non solo a livello iconografico, ma anche a livello simbolico. La cultura prevalentemente pastorale e la conformazione fisica della regione, ricca di fonti d’acqua, ha incentivato i culti legati all’acqua quale elemento purificatore e nell’immaginario popolare il simbolo del latte che come vita viene associato solitamente all’acqua purificatrice. A Torricella Peligna, in Contrada Colle Zingaro, nei pressi della Chiesa di Sant’Agata, sgorgava una miracolosa fonte galattofora, con cui le madri o le puerpere che producevano poco latte, ne bevevano l’acqua e con la stessa effettuavano anche delle abluzioni sui seni nella speranza di aumentare la produzione del latte indispensabile per la sopravvivenza dei loro bambini.

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