Torricella Peligna
Nel Museo Civico esposta una copia originaria della panòplia del VI a.C., ritornata alla luce durante uno scavo edile nel 1969
Il mese di aprile del 1969 è una data da ricordare per la storia dell’archeologia di Torricella Peligna, quando, durante lo scavo in un cantiere edile vicino alla Chiesa di Sant’Antonio di Padova, venne alla luce una straordinaria scoperta che riporta indietro nel tempo la stessa origine del paese in provincia di Chieti che si staglia maestoso sullo sfondo della Maiella. Dopo più di duemila anni lo scavo riportò alla luce il corredo di un’armatura completa (panòplia) di un Guerriero Italico del VII -VI secolo a.C., di rango aristocratico, e coevo con altre raffigurazioni in pietra di grandi dimensioni, come il Guerriero di Capestrano, il Torso di Atessa, il Busto di Rapino, la Stele di Guardiagrele.
La panòplia comprende: un elmo in bronzo a calotta a borchie laterali, decorato a sbalzo con corna d’ariete stilizzate, un pugnale di ferro con impugnatura a globetti, quattro anelli digitali a fascia di bronzo, un collare di bronzo con incisa una decorazione, una armilla, una punta di lancia di ferro puntale del fodero del pugnale, una fibula di ferro ad arco, e due dischi “kardiophylakes”, ossia dei paracuore, decorati da borchiette marginate che incorniciano un quadrupede stilizzato, sinuoso, con zampe lunghe e sottili e doppia pròtome ornitomorfa, ai quali il guerriero affidava la sua vita in battaglia.
Lo straordinario corredo armamentario ritrovato, più antico di quello rappresentato sulla statua del Guerriero di Capestrano, è opera di un artigianato di altissimo livello culturale che incarna le virtù eroiche proprie dei popoli sanniti, come testimoniano gli scrittori latini Tito Livio e Plinio il Vecchio. La professoressa Patrizia Staffilani, membro del Centro di Ateneo di Archeologia e Microanalisi ddell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti - Pescara, afferma che “la sepoltura, caratterizzata dalla presenza sia di armi offensive e difensive, sia di ornamenti personali, doveva comprendere anche vasellame fittile e, probabilmente, metallico, come attestato nelle necropoli dei territori abitati in età storica dai Carricini, dai Frentani, dai Pentri”.
Tutti i reperti originali del Guerriero Italico di Torricella Peligna, che parlano di una società aristocratica e guerriera, guidata da una casta cui il valore militare assicurava potere e ricchezza, sono visibili nel Museo Archeologico di Iuvanum, nel vicino comune di Montenerodomo. Per perpetuare la memoria storica della straordinaria scoperta archeologica, a Torricella Peligna è ora esposta, nel rinnovato Piccolo Museo Civico, una fedele riproduzione con gli stessi materiali, realizzata da Antonio D’Annibale proveniente da una famiglia artigiana di ramai di Cepagatti, che dal 1600 opera nella lavorazione dei metalli.
D’Annibale è un artigiano di alta qualità professionale con la passione per la storia antica dei popoli Italici (che promuove con l’associazione “Ves Gentes”), di cui riproduce fedelmente sia ornamenti e armamenti antichi che reperti archeologici anche su richiesta di Musei, come la copia del Guerriero di Capestrano. Il suo è un lavoro di ricerca e di consulenza sui libri e nei musei: una documentazione filologica che gli consente di realizzare, eventualmente, anche le parti mancanti di un reperto archeologico con le tecniche antiche del ramaio.
Per la panòplia del Guerriero Italico, Antonio D’Annibale si è avvalso della consulenza storica della professoressa Olivia Menozzi, Direttrice del Centro di Ateneo di Archeometria e Microanalisi dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti - Pescara. Il risultato è ammirevole, consentendo ai visitatori del Museo Civico di rivivere una pagina storica dell’aristocrazia guerriera dei popoli Italici.
[Crediti | Testo: Ottavio Di Renzo De Laurentis | Foto: Laura Di Biase]