di: Ottavio Di Renzo De Laurentis

Altino | Il Centro storico e Palazzo Sirolli

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Il Centro storico e Palazzo Sirolli

Altino, borgo fortificato su una possente roccia di origine medievale nella cui cima svetta la Chiesa di Santa Maria del Popolo il cui campanile è il punto più alto del paese che domina fieramente tutta la sottostante valle del Sangro Aventino ricca di orti, uliveti, frutteti, campi coltivati e oasi naturalistiche, e il cui orizzonte spazia dalla maestosa Maiella alla marina adriatica. La simbologia medievale si riscontra negli stretti vicoli e case addossate le une alle altre quasi a formare una fortezza al riparo da eventuali incursioni di briganti e saraceni che in quel periodo imperversavano in Abruzzo.

Sarà stato soprattutto per la sua formazione di castello-fortezza di non facile accesso, che Altino, fin dalla sua fondazione intorno all’XI secolo, ha cambiato spesso il feudatario di turno passando, tra gli altri, dal normanno Boemondo I conte di Manoppello, alla signoria di Raimondo Annechino nel 1515 e poi dal 1534 ai Portocarrero, nel 1613 ai Furia di Atessa e infine nel 1691 a Luigi Paolucci di Napoli che lo dominò fino all’Unità d’Italia del 1861 quando fu abolito il feudalesimo.

Specchio delle epoche storiche del borgo è il suo panoramico e arroccato centro storico che oltre all’imponenza della Chiesa parrocchiale annovera l’ampio Palazzo Sirolli del XVII secolo sulla cui facciata sono presenti le tracce dei contrafforti e ampliamento successivi con mura realizzate in pietra sbozzata. Nella facciata, il portale ha una data incisa nel 1666 ed è presente lo stemma nobiliare della famiglia Furia, allora proprietaria del complesso immobiliare.

Nel dopoguerra, grazie alla bonifica del fiume Sangro, la popolazione si è trasferita sempre di più dal centro storico in collina alla frazione di Selva, che oggi è sede di numerose industrie. Il centro storico, pur se ora poco abitato, tuttavia tra i suoi vicoli, piazzette e residenze d’epoca si possono ancora leggere pagine di storia di un’antica civiltà contadina di discendenza sannitica.

 

[Crediti | Testi: Ottavio Di Renzo De Laurentis | Voce e musica: Red Sprecacenere, Studio Qreate | Foto: Laura Di Biase]