di: Ottavio Di Renzo De Laurentis

Pennadomo | “Ammond p’ la terre” – Chiesa di San Nicola di Bari

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“Ammond p’ la terre” – Chiesa di San Nicola di Bari

È dal 1141 che all’inizio di Via Caldora si erge la Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari come testimoniano antichi documenti storici dell’archivio diocesano di Chieti e del “Rationes decimarum Aprutium Molisium” del 1308. L’attuale edificio religioso è il frutto di varie trasformazioni avvenute nel corso dei secoli di cui l’ultima è del 1840, quando fu aggiunta la navata destra. L’interno ha uno stile manieristico barocco e al centro dell’altare maggiore si ammira un dipinto olografico dei tre miracoli di San Nicola. Particolarmente venerata e ornata è la statua della Madonna della Libera, così pure risaltano gli altari del protettore San Lorenzo martire e del Compianto del Cristo morto. La torre campanaria che si vede da ogni angolo del paese risale al 1700, mentre è dal 1793 che nella chiesa risuona il melodioso organo a canne, capolavoro artigianale di Giuseppe Diamante Mascia.

Al fianco della chiesa in un portone del 1600 si entra nel Palazzo del Barone, antica residenza del feudatario di turno che dal 1300 e fino al 1861 riscuoteva le tasse e amministrava la giustizia. Da Via Caldora e fino alle ultime case sotto la Liscia di Santa Maria si dispiega il quartiere più antico di Pennadomo e più popolato, detto “Ammond p’ la terre”, che dal 1965 ha visto un massiccio esodo migratorio e molto case, da allora, sono disabitate o abbandonate al degrado del tempo.

Visitando oggi quelle antiche dimore di Via Caldora, Via della Croce, Via del Colle e Via dei Colombi - testimoni di una povera civiltà contadina pastorale - tutte avvolte nel silenzio e che pur nella loro desolazione, sembrano comunque attraenti e familiari. Sono frammenti di paesaggi della memoria solo all’apparenza senza anima, ma dove dentro quelle mura screpolate si possono ancora leggere tracce di un convivio familiare.

Alla fine di “Ammond p’ la terre” si giunge sul Belvedere di Santa Maria dove si ammira un ampio panorama che spazia dal sottostante Lago del Sangro a Monte Pallano e fin alla tremula marina adriatica. Ma lo spettacolo più emozionane si vive in cima alla Liscia di Santa Maria dove si innalza una mistica Croce di legno: è un luogo primordiale per la sua bellezza sospesa sull’infinito.

 

[Crediti | Testi: Ottavio Di Renzo De Laurentis | Voce: Red Sprecacenere, Studio Qreate | Foto: Laura Di Biase]

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